Ispirato al wendersiano ROOM 666, ROOM 999 di Lubna Playoust (Francia, 2023, 85′) arriva sugli schermi italiani, distribuito da CG Entertainment, in collaborazione con Barz and Hippo – Cinema Beltrade, dal 6 maggio 2024.

Nel 1982 Wim Wenders, a Cannes, dove si trovava per presentare Hammett – Indagine a Chinatown, chiede ad alcuni colleghi (tra cui Yilmaz Guney, Michelangelo Antonioni, Rainer W. Fassbinder, Werner Herzog, Jean-Luc Godard) di rimanere soli di fronte a una macchina da presa nella propria stanza d’albergo e commentare ciò che lui ha scritto su un foglio: “Sembra sempre più che i film siano fatti per la tv, per quanto riguarda illuminazione, inquadratura e montaggio. Per gran parte degli spettatori in tutto il mondo l’estetica televisiva ha sostituito quella cinematografica. Sempre più film si rifanno ad altri film invece che alla realtà. Si fanno sempre meno film. Il cinema è un linguaggio che sta scomparendo o un’arte che sta morendo?”.

Al Festival di Cannes, quarant’anni dopo, è il 2022, altri registi rispondono alla medesima domanda: “il cinema è un’arte che sta per morire”? Trenta importanti cineasti, soli in una camera d’albergo, esprimono la loro opinione sulla situazione attuale dell’arte e della produzione cinematografica, minacciata da nuove modalità di espressione e di consumo.

A questa domanda hanno risposto, tra gli altri, David Cronenberg, Joachim Trier, Asghar Farhadi, Buz Luhrmann, Christian Mungiu, Olivier Assayas, Arnaud Desplechin, Pietro Marcello, Ruben Östlund, Alice Rohrwacher e lo stesso Wim Wenders.

“La morte del cinema è un concetto consueto e ricorrente, spesso legato agli sconvolgimenti globali: la pandemia di Covid, la crisi ambientale, le guerre, le rivoluzioni tecnologiche e così via […] Il film di Wenders e Room 999 non riguardano solo il cinema. Riguardano il mondo in cui viviamo.” Lubna Playoust.

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