Uscirà il 19 giugno in Francia, mentre in Italia non ha ancora una data di programmazione il biopic  Maria di Jessica Palud, presentato al Festival del Cinema di Cannes, nella sezione “Cannes Première”, che racconta la violenza subita da Maria Schneider sul set della più “celebre” scena del controverso film di Bertolucci.

La sequenza è quella in cui il protagonista, interpretato da Marlon Brando, ha un rapporto di sodomia con la giovane interpretata da Maria Schneider, una scena di stupro non prevista dal copione, che ha segnato per sempre la vita dell’attrice, all’epoca minorenne (aveva diciannove anni). 

Quando poi Maria Schneider ha raccontato ciò che era accaduto, la profonda umiliazione e violenza psicologica subita, nessuno le ha prestato ascolto. Dal canto suo Bertolucci non ha mai smentito la sua accusa, considerando alcune scelte estreme necessarie, «a volte per ottenere una certa reazione bisogna essere liberi».

 Maria, indipendentemente dalla riuscita del film, tratto dal libro di Vanessa Schneider, cugina dell’attrice, offre una prospettiva diversa.

“Era un cinema di uomini fatto per gli uomini” aveva dichiarato Maria Schneider, e va detto che se, ancora oggi in Italia, a cinquant’anni di distanza  Ultimo tango a Parigi  è presentato come film trasgressivo e portatore di valori libertari, vale la pena di allargare l’obiettivo e vedere la libertà anche dalla parte delle donne.

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