Trent’anni fa moriva Massimo Troisi, aveva 41 anni e aveva appena ultimato le riprese de Il postino, in condizioni di salute precarie. Apprezzato per il suo umorismo surreale, ha sempre portato sullo schermo se stesso, la sua ironia malinconica, dando voce agli sconfitti.

Troisi era diventato famoso agli inizi degli anni Ottanta, facendosi notare per la sua versatilità e per la capacità di unire due stili di recitazione apparentemente distanti, uno più comico e scanzonato, l’altro più sentimentale e riflessivo. In quel periodo recitò in film di enorme successo, come Ricomincio da treScusate il ritardo (di cui fu anche regista) e soprattutto Non ci resta che piangere, frutto di una memorabile collaborazione con Roberto Benigni.

Ricominciamo da Massimo è l’affettuoso omaggio che la Cineteca di Bologna ha dedicato a Massimo Troisi, a partire dal 26 maggio e che si completa domani, con la proiezione di Le vie del signore sono finite .

Fin da Ricomincio da tre gli spettatori si sono immedesimati nella sua timidezza e sbadataggine, nel suo sentirsi fuori luogo in un mondo il cui significato è via via più sfuggente. All’arroganza spavalda dei potenti, Troisi ha opposto un’insicurezza sincera che si è fatta proposta esistenziale rivoluzionaria, immediatezza coraggiosa e contagiosa. In questa particolarità unica si cela l’universalità dei suoi personaggi, archetipi cinematografici dell’umano nella società moderna.

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