Brescello, Piazza Matteotti, 28-29-30 giugno 2024

Tre giorni di film, talk e presentazioni editoriali:

Giorgio Diritti presenta Lubo, una serata in memoria di Giacomo Matteotti e un focus su Goliarda Sapienza, Annie Ernaux e il cinema.

Il 28, 29, 30 giugno 2024 torna a Brescello, il paese emiliano in cui nel secondo Dopoguerra sono stati concepiti e girati i film ispirati alle novelle di Don Camillo e Peppone di Giovannino Guareschi, il Brescello Film Festival che nella sua XX edizione incontra il pubblico in una veste rinnovata, con la direzione artistica della sceneggiatrice, autrice tv e podcaster Giulia Morelli, cresciuta all’ombra del Pasquino in Piazza Matteotti.

L’edizione 2024 della manifestazione, organizzata dalla Fondazione “Paese di Don Camillo e Peppone”, che gestisce per conto del Comune di Brescello il sistema museale e turistico connesso con il cine-turismo legato a questo immaginario culturale, vuole segnare un momento di passaggio verso nuove prospettive per il festival e si articola in una tre giorni di proiezioni cinematografiche, incontri e presentazioni editoriali e un workshop di comunicazione per under 30 realizzato in collaborazione con Spazio Gerra di Reggio Emilia, che punta a coinvolgere attivamente e propositivamente la Gen Z nel tessuto del festival.

Il tema dell’edizione 2024 è Riscritture. Vite per immagini: la proposta cinematografica si concentra infatti sulle riscritture biografiche, nell’accezione più ampia dell’aggettivo, per analizzare le modalità in cui registi e registe hanno reinterpretato la storia biografica propria e altrui per decostruire/ricostruire/rimettere in ordine/fare i conti con il passato – e talvolta con la Storia stessa – e, di conseguenza, interrogare il presente, gli individui nella loro singolarità ma anche e soprattutto la società nella sua interezza.

Sbirciare, attraverso il cinema e le sue suggestioni, nelle vite degli altri per capire un po’ meglio le nostre vite. Le vite degli altri, quelle che vediamo scorrere da lontano, di cui tratteggiamo i contorni osservandole attraverso le finestre, le stesse scelte da Valentina Merzi per l’immagine di questa edizione del festival, ispirate ai palazzi della piazza di Brescello.

I film in programmazione sono Lubo (2023) di Giorgio Diritti, Il delitto Matteotti (1973) di Florestano Vancini e I miei anni Super8 (2022) di Annie Ernaux e David Ernaux Briot. Ad accompagnare le visioni, nella fascia preserale e subito prima delle proiezioni, alcuni momenti di riflessione collettiva con autori, artisti ed esperti per ragionare insieme sui vari e molteplici modi in cui la parola può tradursi sullo schermo e per rendere l’esperienza cinematografica una possibilità di incontro sincero e per coltivare relazioni, dibattiti ed idee, insieme, in uno spazio pubblico e aperto a tutte e tutti.

La proposta del Brescello Film Festival si apre il venerdì 28 giugno alle 19:00 con la presentazione del volume Soggetti cinematografici mai realizzati di Cesare Zavattini (Marsilio, 2023), che funge da piccola anteprima della tre giorni: a illustrare il lavoro di ricerca sulla scrittura cinematografica dell’intellettuale luzzarese è il curatore dell’opera Nicola Dusi con il giovane team ReLab Media del Dipartimento di Economia e Comunicazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con l’ausilio multimediale dell’Edizione Nazionale dell’opera zavattiniana. Nello specifico il gruppo di ricerca, in dialogo con Simone Terzi, ci conduce in un percorso tra i soggetti zavattiniani d’argomento più scopertamente biografico, per mostrarci quanto il cinema sia debitore anche alle vite più minute e all’apparenza insignificanti. A seguire, alle 21:15, il Brescello Film Festival viene aperto ufficialmente dal regista Giorgio Diritti che presenta il suo ultimo film Lubo (2023). Il regista e sceneggiatore bolognese, già autore di apprezzati e premiati film come Il vento fa il suo giro (2005) e Volevo nascondermi (2020), incentrato sulla figura di Antonio Ligabue, nella sua ultima pellicola, presentata all’80° Mostra del Cinema di Venezia, affronta una storia dimenticata quanto terribile: a partire dal libro Il seminatore di Mario Cavatore (2005), racconta la vicenda di un nomade, un artista di strada, Lubo Reinhardt, che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca. Durante la sua assenza, i suoi figli, rimasti orfani di madre, vengono strappati alla famiglia, secondo il programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada (Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse). Lubo è una storia di ingiustizia e razzismo, in cui il destino e la colpa – purtroppo o per fortuna – inscritti nella nostra etnia, nella nostra pelle, nella nostra lingua ci salvano o condannano. In queste condizioni, resistere e riaffermare il proprio diritto ad esistere nel mondo può essere un atto di fede quanto di violenza.

Sabato 29 giugno il festival prosegue con una serata interamente dedicata a Giacomo Matteotti, parlamentare socialista e primo martire del Fascismo, di cui il 10 giugno 2024 ricorre il centenario del brutale assassinio politico e alla cui memoria cui è intitolata la piazza sulla quale si svolge la rassegna. Alle 19:00 Vittorio Zincone, autore del programma Piazzapulita (La7), presenta la biografia Matteotti. Dieci vite (Neri Pozza, 2024) in dialogo con lo storico Andrea Rapini. Il libro, frutto di anni di ricerche e studio, restituisce la complessità della figura politica e umana di Matteotti, un “outsider” sia all’interno della propria compagine politica che, naturalmente, rispetto all’ideologia liberticida e antidemocratica che andò delineandosi dal termine della prima Guerra Mondiale ai primi anni ‘20 e di cui denunciò, a costo della propria vita, la violenza oppressiva e la radicale ingiustizia. L’omaggio a Matteotti continua poi in serata con la proiezione, alle 21:15, de Il delitto Matteotti (1973), capolavoro di Florestano Vancini (1926-2008), tra i più significativi autori del cinema civile italiano del Novecento, che più volte nella sua cinematografia ha trattato episodi tragici della storia recente per metterne in luce le sinistre assonanze con il presente. Il film, scenggiato dallo stesso Vancini con Emilio Lussu e Lucio Battistrada, ricostruisce i fatti che portarono all’assassinio del politico socialista e le loro conseguenze, che sfociarono nell’affermazione della dittatura fascista “che porterà la Nazione allo sfacelo”, come annuncia la voce fuori campo prima dei titoli di coda. Il film è presentato dalla critica cinematografica Silvia Lumaca.

Domenica 30 giugno il Brescello Film Festival chiude la XX edizione con un focus sul rapporto tra le scrittrici e il cinema. Alle 19:00 è previsto il talk Sapienza cinematografica. Goliarda Sapienza e il cinema: Alberica Bazzoni, ricercatrice dell’Università per Stranieri di Siena, e Luca Infascelli, sceneggiatore della serie Sky L’arte della gioia di Valeria Golino (2024), ragionano sulla scrittura biografica della scrittrice, nata a Catania nel 1924, e sul suo rapporto multiforme con il cinema, sia come attrice per Blasetti e Visconti ma anche come “cinematografara” e sceneggiatrice al fianco del compagno regista Citto Maselli negli anni ‘50 e ‘60. Proprio in questi giorni è uscita al cinema la serie tratta dal suo romanzo (postumo) più celebre, L’arte della gioia, e la scrittura del sé di Sapienza è diventata infine essa stessa materia cinematografica.

La serata prosegue alle 21:15 con un approfondimento su Annie Ernaux, scrittrice francese premio Nobel per la Letteratura nel 2022, e co-autrice, con il figlio David Ernaux-Briot, del film I miei anni Super8, realizzato interamente con filmati domestici girati tra gli anni ‘60 e ‘80, accompagnati dal commento della sua voce fuori campo.

A introdurre il film sono Lorenzo Flabbi, traduttore italiano di Annie Ernaux e direttore della casa editrice L’Orma, in dialogo con il ricercatore Jessy Simonini: i due studiosi ci guidano attraverso la scrittura di Ernaux mettendo in evidenza i punti di contatto tra il suo romanzo autobiografico Gli anni e la sua produzione letteraria, votata ad interrogare politicamente la storia attraverso una forma vicina a quella memoriale, e l’operazione cinematografica condotta attraverso il rimontaggio dei propri filmini familiari di I miei anni Super8, proiettato a seguire.

Le proiezioni e le attività collegate al Brescello Film Festival sono ad accesso libero e gratuito.

Il festival è realizzato da Fondazione Paese di Peppone e Don Camillo con il patrocinio del Comune di Brescello e il contributo di Sabar Servizi.

Per info: https://visitbrescello.it/brescello-film-festival-2024/

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