“Avevo visto solo le foto, ma essere qui, di persona, in questa piazza, è un’emozione completamente diversa”. L’emozione è quella di uno dei maggiori talenti contemporanei, Damien Chazelle, quando è salito sul palco di Piazza Maggiore, a Bologna, per presentare al festival Il
Cinema Ritrovato il nuovo restauro del suo film preferito: Les Parapluies de Chebourg di Jacques Demy.
È lo stesso palco che ha visto salire Darren Aronofsky per presentare Amadeus di Miloš Forman, Wim Wenders e Alexander Payne per Sentieri selvaggi di John Ford, in quel dialogo, ideale e concreto, che Il Cinema Ritrovato riesce a creare tra maestri di oggi e capolavori del passato. Un festival che fino alla giornata di ieri, domenica 30 giugno (ma Il Cinema Ritrovato non finisce, oggi ci sono ancora i film di Marlene Dietrich al Cinema Lumière e i classici restaurati in Piazza
Maggiore proseguono fino al 7 luglio), ha raccolto 130mila presenze, testimoni di una 38ª edizione eccezionale.

Un’edizione che è coincisa anche con la consacrazione della nuova e tanto attesa sala: il Cinema Modernissimo, scrigno sotterraneo finalmente dischiuso anche agli occhi del pubblico
internazionale, degli oltre 5.700 accreditati da 72 Paesi nel
mondo, che hanno finalmente potuto scoprirne la bellezza.

Ma naturalmente Il Cinema Ritrovato non è solo Piazza Maggiore e Modernissimo: 8 sono le sale coinvolte in città, 3 arene all’aperto, la Galleria Modernissimo con le mostre Bar Luna di Alice Rohwrwacher e Bologna fotografata, Piazzetta Pasolini che diventa un’agorà poliglotta, la Bookfair in Biblioteca Renzo Renzi, dove si sono tuffati collezionisti da ogni angolo del mondo.

Il Cinema Ritrovato è diventato una festa della cinefilia senza confini: ai classicissimi restaurati, alle dive come Marlene Dietrich e Deplhine Seyrig, si affiancano opere magistrali e sconosciute dal Giappone, dall’Ucraina, da un Sud del mondo la cui cinematografia è ancora da scoprire ed è proprio Il Cinema Ritrovato che sta contribuendo negli anni a questa riscoperta.
Scoperte condivise assieme a grandi maestri: oltre ai citati Damien Chazelle, Wim Wenders, Darren Aronofsky, Alexander Payne, sono venuti a Bologna Marco Bellocchio, che ha presentato il documentario che gli ha dedicato Pierre-Henri Gibert L’Image originelle – Marco
Bellocchio e il suo Sbatti il mostro in prima pagina ed è stato protagonista di una conversazione con Sergio Castellitto, Costa-Gavras, che ha presentato il documentario Le Siècle de Costa-Gavras di Yannick Kergoat, Volker Schlöndorff che ha presentato L’angelo azzurro di Joseph von Sternberg il suo Homo Faber, Thierry Frémaux che ha tenuto una Lezione di cinema e presentato in Piazza
Maggiore alcuni film dei fratelli Lumière; Nicolas Seydoux che ha presentato il film di Dalton Trumbo E Johnny prese il fucile e raccontato Le cinéma, 50 ans de passion, ovvero il libro con il
quale attraversa la sua lunghissima carriera alla guida della Gaumont; Juho Kuosmanen che ha presentato la sua Silent Trilogy; Stephanie Rothman che ha presentato i suoi The Working Girls e
Group Marriage
, restaurati dal MoMA; il regista siriano Mohammad Malas che ha presentato il suo The Night e dialogato con il conterraneo Ossama Mohammed, che ha presentato a propria
volta il suo film Stars in Broad Daylight.
Un pubblico che cresce anche grazie all’impegno del settore formativo della Cineteca di Bologna: dai più piccoli che hanno partecipato ai campi estivi alle ragazze e ai ragazzi del Cinema Ritrovato
Young
(ormai protagonisti del festival a tutti gli effetti), alle studentesse e agli studenti dei corsi di alta formazione, la presenza di spettatori sempre più giovani e sempre più appassionati è uno dei
tratti più belli di un festival come Il Cinema Ritrovato.


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