Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, The Return, è il nuovo lungometraggio di Uberto Pasolini.
Rilettura dell’Odissea di Omero, con Il ritorno torna in scena l’eroe dell’antica Grecia con un evidente riferimento alla contemporaneità, agli orrori della guerra.
Noto come produttore di Palookaville e più ancora di Full
Monty – Squattrinati organizzati di Peter Cattaneo, Uberto Pasolini esordisce come regista con Machan (2008), dove un gruppo di ventitré singalesi emarginati si spaccia per la Nazionale di palla a mano dello Sri Lanka per ottenere il visto per la Germania e perseguire il sogno di una vita migliore. Un film che, nell’affrontare un tema importante come l’immigrazione, alterna dramma a commedia, tratteggiando personaggi carichi di umanità.
Successivamente, con Still life (2013), Pasolini firma una preziosa e
poetica riflessione sul senso della vita, sulla solitudine, sulla disgregazione del nucleo familiare, e più ancora sulla perdita di valori importanti come la solidarietà e il senso di appartenenza sociale.
Segue Nowhere special – una storia d’amore (2020) con cui il regista si avvicina con discrezione ad un tema delicato e grave. “Ho voluto girare questo film” ha dichiarato Uberto Pasolini, “non appena ho letto del caso di un padre malato terminale che tentava di trovare una nuova famiglia per suo figlio prima di morire. Sebbene la situazione in cui si trovano i personaggi principali sia molto drammatica, scrivendo la sceneggiatura ho voluto avvicinarmi alla storia in un modo molto sottile, discreto, il più lontano possibile dal melodramma e dal sentimentalismo.”
Il ritorno – dove Juliette Binoche e Ralph Fiennes tornano a recitare insieme ventott’anni dopo Il paziente inglese – prima di uscire nelle sale cinematografiche italiane nel 2025, grazie a 01 Distribution, sarà presentato al Roma Film Fest.



