La famiglia Höß, marito, moglie e cinque figli, trascorre la propria quotidianità all’interno della villa padronale con annesso ampio giardino fornito di piscina. In una sorta di vita idilliaca, i coniugi Höß passano le loro giornate tra impegni di lavoro, lui, e la gestione delle faccende domestiche, lei, coadiuvata da diverse donne di servizio che l’aiutano a governare la casa e il giardino. Ma al di là del filare di viti, che dividono il giardino (una sorta di Eden) dalla strada, sorge il muro di cinta del campo di concentramento di Auschwitz: Rudolf Franz Ferdinand Höß è infatti il comandante del campo di annientamento di Auschwitz.
Il regista e sceneggiatore britannico Jonathan Glazer, lavorando sull’adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 2014 scritto da Martin Amis, porta nelle sale un nuovo film sullo sterminio degli ebrei; lavoro certamente non facile, vista la vasta filmografia sull’argomento, ma in grado di trasmettere una sua anima perturbante allo spettatore. Senza disturbare nuovamente Hannah Arendt e “La banalità del male”, “La zona d’interesse” ci riporta un che di straniante, alienante, ma nel tentativo di allontanarci dall’orrore (non lo vedremo direttamente), quest’ultimo s’insinua sotto pelle con spari, urla e latrati di cani in lontananza, mentre sullo sfondo le ciminiere del campo sputano morte (significativa anche la scena del fiume, con Höß e i figli che devono uscire repentinamente dall’acqua).
Terribilmente efficaci battute come “Il giardino del paradiso” o “La regina di Auschwitz”, ma qualcosa resta di sottilmente cerebrale: chi è la ragazzina polacca che esce di notte seminando mele? Poi ci sono i suoni che richiamano i tripodi inceneritori de “La guerra dei mondi” (2005) e gli interni angoscianti alla Kubrick dell’Overlook Hotel in Shining (1980).
Il finale rappresenta una forte accusa di ciò che è divenuta la memoria: musealizzata e distaccata.
Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2023. Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI.



