Martedì 19 agosto, alle ore 21.30 al cinema all’aperto nel parco del Dopolavoro ferroviario il nuovo film di Petra Volpe sul sistema sanitario e il lavoro infermieristico. In collaborazione con Bim Distribuzione
Presentato alla 75esima Berlinale, nella sezione Special Gala, e in uscita nei cinema italiani il 20 agosto, L’ultimo turno è il terzo lungometraggio della regista svizzera Petra Volpe. Interpretato da Leonie Benesch, celebre per il ruolo da protagonista in La Sala Professori, il film racconta di Floria, un’infermiera che lavora con passione e professionalità nel reparto di chirurgia di un ospedale. Ogni suo movimento è perfetto. È sempre in ascolto di tutti i pazienti, anche nelle situazioni più stressanti, e si rende sempre disponibile, facendo fronte a ogni emergenza. Ma nella cruda realtà della sua routine quotidiana, in un reparto sovraffollato e a corto di personale, spesso le situazioni sono imprevedibili. Floria si prende cura, fra tanti altri, di una giovane madre gravemente malata e di un anziano signore che attende con apprensione la sua diagnosi. Via via che la notte avanza, il suo lavoro assume sempre più i contorni di una corsa contro il tempo.
Mercoledì 20 agosto, alle ore 21.30 al cinema all’aperto nel parco del Dopolavoro ferroviario il nuovo film di Anne Fontaine sul compositore Maurice Ravel. In collaborazione con Movies Inspired
Liberamente tratto dalla monografia su Maurice Ravel di Marcel Marnat, il film è stato presentato in anteprima a gennaio 2024 all’International Film Festival di Rotterdam e uscirà nei cinema italiani il prossimo 28 agosto.
La storia è ambientata nel 1928: mentre Parigi vive al ritmo degli anni ruggenti, la danzatrice Ida Rubinstein (interpretata da Jeanne Balibar) commissiona a Maurice Ravel (Raphaël Personnaz) la musica per il suo prossimo balletto. Paralizzato e in crisi d’ispirazione, il compositore sfoglia le pagine della sua vita: i fallimenti degli esordi, la frattura della Grande Guerra, l’amore impossibile per la sua musa Misia Sert (Doria Tillier)… Ravel allora scava nel profondo di sé stesso per creare la sua opera universale, il Bolero.



