Per gli appassionati di cinema Bologna a fine estate significa anche Some Prefer CakeDal 19 al 21 settembrela XVII edizione del festival internazionale di cinema lesbico abita il Nuovo Cinema Nosadella e il Giardino Lorusso, intrecciando ventotto produzioni indipendenti, incontri con registi, registe e performer, musica, libri e momenti di socialità; e, come segno concreto di un lavoro politico che precede e accompagna le immagini, apre già dal 18 settembre il convegno Diamo spazio alle lesbiche, spazio pubblico di confronto sull’accessibilità della cultura per le lesbiche e per le persone queer che sperimentano discriminazioni multiple e proseguirà nelle giornate del festival sino al 20. Tutti i film sono sottotitolati in italiano e in inglese (anche quando in lingua italiana) per garantire accesso alle persone sorde; gli incontri del festival e del convegno sono tradotti in LIS; gli spazi sono accessibili a chi si muove in sedia a ruote; una selezione dei titoli sarà disponibile in streaming su www.opendbb.it  dal 22 settembre al 2 ottobre.

L’avvio è una dichiarazione d’intenti: un evento gratuito di apertura con due cortometraggi palestinesi, il racconto di un presente che resiste, e il live set delle Fucksia, band italo-brasiliana transfemminista e queer (19 settembre). Si entra poi nel concorso dei lungometraggi con Outerlands di Elena Oxman (19 settembre), primo tassello di una selezione di otto film — quattro di finzione e quattro documentari, cinque in anteprima nazionale — che interrogano desiderio, razzismo, grassofobia e abilismo senza rinunciare alla potenza del cinema. In notturna torna l’appuntamento Lesbian Pleasure, cinque corti dedicati alla sessualità lesbica preceduti dalla performer e drag clown Sara Brown e seguiti dal confronto con lə registə Desiree AlagnaCharlie G. Fennel e Francesca Burrani (19 settembre).

Il giorno dopo la sala apre alla finzione con tre percorsi di formazione e fuga: Dreamers di Joy Gharoro-Akpojotor mette in scena l’amore tra Iso e Farah in un centro di rifugio inglese (20 settembre); Il canto di Alina di Ilaria Braccialini e Federica Oriente segue due giovani in cammino lungo la rotta balcanica (20 settembre); If you are afraid put your heart into your mouth and smile, esordio di Marie Luise Lehner, guarda l’adolescente Anna tra esclusione di classe e fratture con la madre, con la regista presente in sala (20 settembre). In parallelo, il documentario allarga la prospettiva: El silencio de mis manos di Manuel Acuña A. — storia d’amore interamente in Lingua dei Segni Messicana — (20 settembre) e Can’t stop Change del collettivo Vanessa RaditzNatalia Villarán-QuiñonesYarrow KoningJess MartínezShoog McDaniel sulla risposta LGBTQ+ alla crisi climatica (20 settembre) arrivano in anteprima nazionale. L’ultimo giorno tocca a Your Fat Friend di Jeanie Finlay, ritratto dell’attivista e scrittrice Aubrey Gordon contro la grassofobia, introdotto da Ellis Manici (21 settembre), e a With My Open Lungs di Yana Sad, storia d’amore tra Yana e Yaroslava sullo sfondo dell’invasione russa, con la regista in dialogo col pubblico (21 settembre).

Tra un film e l’altro, gli slot Corti a colazione trasformano la mattina in palestra di sguardi: il primo appuntamento propone storie di possesso e controllo in Pura Sangre — introdotto dalla Linea Lesbica e Antiviolenza —, di scoperta identitaria in Como nasce um rio e Neo Nahda, di amicizie queer in Spicy Noodles, di memoria che si sfalda in Gaps e Psylocibin babies, di due identità in movimento che si incontrano in Lu & Feña, con Q&A con Lucifer Benedetti (20 settembre); il secondo attraversa tabù mestruali e questioni razziali con Washhh, una sessualità vigilata da Madonnine in Madonna mia, un atto di rivalsa in Berta, il difficile coming out in famiglia in Due to love, una cena di ex in Jantar pra seis, e chiude con InDOMmitable & SUBversive, immersione nel BDSM come pratica liberatoria del collettivo separatista lesbofemminista KinkyGirls, presente in sala (21 settembre).

Accanto al voto del pubblico, i premi ufficiali sono affidati a una giuria che mette insieme pratiche e saperi diversi: la regista e sceneggiatrice Sara PetragliaCamilla Trombi — direttrice di Films Femmes Méditerranée — e l’attivista queer antirazzista Rahel Sereke proclameranno i film vincitori per fiction, documentario e cortometraggio, con proiezione gratuita a chiusura (21 settembre).

Il festival è organizzato dall’associazione Luki Massa Aps, con la direzione artistica dell’agenziaComunicattive e il coordinamento di Teresa Sala. Fa parte di Bologna Estate 2025, ed è sostenuto dal Comune di Bologna nell’ambito del Patto generale di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti delle persone e della comunità LGBTQIA+ nella città di Bologna 2022-26, dalla Regione Emilia-Romagna attraverso l’Emilia-Romagna Film Commission e dal Master Gemma in Studi di genere e delle donne dell’Università degli Studi di Bologna.

IL PROGRAMMA COMPLETO

cinema.emiliaromagnacultura.it

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