Sette giorni alla Casa della Musica di Parma per raccontare, con le immagini e con le note, fragilità e rinascite, memorie e desideri. Dal 22 al 28 settembre la XIII edizione del Parma International Music Film Festival intreccia proiezioni, incontri e omaggi — tutti a ingresso gratuito — con un’attenzione speciale ai più deboli e alle storie che curano. In primo piano tre titoli sostenuti dalla Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film CommissionIl treno dei bambiniLa stanza indaco e 100 preludi, assi portanti di un’edizione che guarda alla qualità artistica e alla responsabilità civile.

Il 23 settembre il viaggio comincia nei sentimenti, tra malattia e ricerca d’identità, con Per il mio bene di Mimmo Verdesca (23 settembre): sullo schermo Barbara BobulovaStefania Sandrelli e Leo Gullotta; in sala il regista, per un film già candidato a due Nastri d’Argento che segue Giovanna, malata in attesa di trapianto, mentre scopre di essere stata adottata e prova a ricostruire le proprie origini. Qualche ora prima, la sezione musicale alza il sipario con The Opera! Aria per un’eclissi di Davide Livermore e Paolo Gep CuccoVincent Cassel e Fanny Ardant in un viaggio di Orfeo realizzato con set virtuali e tecnologie immersive.

Tra le storie che interrogano la fragilità spicca Discesa libera di Sandro Torella , che si vedrà il 24 settembre: l’amicizia inattesa tra un attore irriverente e un malato di Alzheimer diventa specchio di resistenza e cura. Lo stesso pomeriggio il festival indossa le scarpette da danza: dalle 15.30 una selezione di cortometraggi dedicati al movimento; quindi, l’inaugurazione della mostra su Claudio Spattini legata al corto In punta di pennello, con Massimo Spattini e Walter Nudo come ospiti.

Il 25 settembre il cuore civile dell’edizione batte forte in Primula Rossa di Franco Iannuzzi: incontro con il regista e con l’ideatore e produttore Gaetano Giunta per un docufilm che racconta “luce è libertà”, il programma di welfare comunitario capace di liberare in due anni circa sessanta persone Il treno dei bambini di Cristina Comencini — con Serena Rossi e Stefano Accorsi — tratto dal bestseller di Viola Ardone: un viaggio tra miseria, pregiudizio e solidarietà nell’Italia del dopoguerra, visto con gli occhi di un bambino. Nella stessa giornata, incontro con il regista Tiziano Russo per presentare la sua nuova commedia Fatti vedere con Matilde Gioli e Pierpaolo Spollon.

Il 26 settembre entra poi in scena la memoria della musica da cinema con Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre, ovvero la presentazione del libro omonimo di Marco Morricone e Valerio Cappelli sul più grande compositore di musica da film italiano.
Sabato 27 settembre la programmazione si colora invece di giovinezza e scelte radicali: La stanza indaco di Marta Miniucchi è una storia d’amore tra due adolescenti che si incontrano in terapia intensiva, ispirata a una vicenda reale, con la regista presente in sala. Subito dopo, 100 preludi di Alessandra Pescetta segue una giovane violoncellista albanese arrivata in Italia per studiare con il Maestro Gabrielli: convinta che la vera arte chieda sacrificio interiore, sceglie un percorso di privazione per riscoprire la propria essenza creativa.

Domenica il festival saluta con un omaggio giocoso e commosso: Una lacrima e un sorriso, tributo a Charlie Chaplin nel giorno che ricorda anche i 150 anni dalla Carmen di Bizet, con la proiezione di Burlesque on Carmen (1915) e colonna sonora dal vivo del M° Roberto Barrali (pianoforte) e di Giorgio Fiori (violoncello), seguiti da brani anche vocali con il soprano Angela Gandolfo; alle 18 la cerimonia di premiazione chiude l’edizione.

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