Modena riapre i taccuini e accende i proiettori: dal Dipartimento di Giurisprudenza alle sale del Cinema Astra, dalle chiese barocche agli spazi espositivi, l’undicesima edizione di DIG Festival (24–28 settembre) mette al centro chi racconta il mondo quando il mondo colpisce chi racconta. Il titolo è Targets: bersagli sono i giornalisti sotto attacco — a Gaza e altrove —, ma anche le comunità travolte da guerre, crisi climatica, estremismi, assedi alla libertà d’informazione. Cinque giorni, oltre cento eventi, una giuria internazionale e una città che fa da casa a inchieste, documentari, podcast, mostre e musica.
Cuore della kermesse sono come sempre i DIG Awards, premi cinematografici che premiano i migliori lavori dell’anno tra Investigative (long/medium), Reportage (long/medium), Short, Audio e Podcast, dopo una selezione arrivata da circa 400 candidature globali. A presiedere la giuria è Edwy Plenel (25 anni a Le Monde, cofondatore di Mediapart), affiancato da firme di Guardian, International Press Institute, SVT, ARTE e nuove voci come Anabel Hernández e Fabio Bucciarelli. La cerimonia di premiazione è nella Chiesa di San Carlo (27 settembre).
Prima dei premi si apre però il cantiere delle storie future: il DIG Pitch “Matteo Scanni” mette dieci team davanti alla giuria e al pubblico per contendersi un finanziamento fino a 15mila euro (26 settembre), in un rito fatto di presentazioni, teaser e domande sulla sostenibilità dei progetti. È il modo con cui DIG tiene insieme industria e indipendenza, broadcaster e freelance.
Il programma pubblico alterna invece talk e anteprime con ospiti che incrociano cronaca e pensiero critico come Francesca Albanese, Louis Theroux, Marco D’Eramo, Donata Columbro, Ilia Shumanov, Roberto Scarpinato, Wu Ming 1, accanto a collaborazioni con BBC, Financial Times, JournalismFund. Tre mattine sono dedicate alle scuole (24–26 settembre), mentre la DIG Academy offre dodici workshop gratuiti accreditati dall’Ordine dei Giornalisti (24–28 settembre).
DIG è anche immagini che restano grazie alla mostra Occupied Territories di Fabio Bucciarelli che inaugura al Collegio San Carlo il 24 settembre, mentre alla Chiesa di San Paolo c’è una doppia personale di ATAK e DEM con i Watchdog 2025 (25 settembre, in esposizione fino al 19 ottobre); nella sede dell’associazione c’è invece TESTIMONI/01con i lavori dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (26 settembre). Nella Chiesa di San Carlo debutta poi la performance audiovisiva TRAP_OS – The Surveillance Game del collettivo SYNCTRL (24 settembre); seguono i Calibro 35 con apertura di A Bad Day (26 settembre) e la sonorizzazione dal vivo di Sciopero! di Sergej Ėjzenštejn con un ensemble di musicisti italiani guidati, tra gli altri, da Laura Agnusdei, Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti (28 settembre). Tre appuntamenti che ribadiscono il legame tra suono, immagine e sguardo critico.
Si segnala infine la proiezione di Green is the new red il documentario di Anna Recalde Miranda sostenuto dal Fondo Audiovisivo Regionale, incentrato sulla Repubblica della Soia tra Argentina e Paraguay, causando l’omicidio di oltre 1.500 ambientalisti in America Latina.
DIG Festival è una manifestazione indipendente, i finanziamenti arrivano quasi esclusivamente da soggetti pubblici: nel 2025, da Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, Comune di Modena – City of Media Arts e Fondazione di Modena.
IL PROGRAMMA COMPLETO
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