Sono terminate le riprese di Bonvi, una vita inventata, documentario che racconta la vita di Franco Bonvicini, in arte Bonvi. Prodotto da Rio Film con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, il film è stato realizzato prevalentemente in Emilia-Romagna in 11 giorni di riprese, toccando prevalentemente location a Modena, Carpi, Bologna e Castel del Rio.

Considerato tra i più grandi fumettisti del Novecento, Bonvi ha segnato un’epoca attraverso le sue invenzioni straordinarie, come ad esempio Sturmtruppen o Nick Carter, personaggi che hanno dato spunto per sdoganare i fumetti in tv, una rivoluzione culturale per l’Italia degli Anni Settanta.

Il documentario ha preso vita da chi quei fumetti li aveva per primo portati in tv come capo struttura della Rai, prima con Gulp nel 1970 e poi con Supergulp cinque anni più tardi, vale a dire Giancarlo Governi dai cui libri “Una vita inventata” del 1996 e “Ritratti” del 1997 nasce la sceneggiatura.
A questo si è aggiunta l’opera del giornalista e autore Stefano Ferrari, maggiormente legata al ruolo del territorio di origine e di elezione di Bonvi, vale a dire l’Emilia-Romagna, fino alla regia, firmata da Silvio Governi.

Bonvi si può definire un emiliano doc: nato casualmente a Parma, il fumettista è cresciuto fino alla maggiore età a Modena, per poi trasferirsi poco più che ventenne a Bologna dove ha collaborato con altri due emiliani doc, Guido De Maria e Francesco Guccini. Con loro ha intrattenuto per decenni rapporti professionali e personali quotidiani, prima di salire a Castel del Rio, sopra Imola, nel bolognese, per il suo ultimo buen retiro.

Il ritratto intimo e artistico di Bonvi si traccia dunque attraverso le testimonianze di persone come i due artisti appena citati, e di tanti altri, come il giornalista Marco Guidi, il cantautore Andrea Mingardi, i due allievi prediletti, Silver (il papà di Lupo Alberto), modenese trapiantato a Milano, e Clod, al secolo Claudio Onesti, che ha continuato a disegnare le Sturmtruppen raccogliendone il testimone dopo la scomparsa del grande artista.
Con loro, ha contribuito a raccontare Bonvi chi, leggendolo e ispirandosi a lui, ha iniziato a disegnare, come Zerocalcare, o “Mister Gingle”, nome d’arte di Franco Godi autore delle musiche dei fumetti in tv e di cento e più motivi per reclàme di successo. E, ancora, il regista Giancarlo Soldi, il giramondo “bolognese” Miguel Kerner e il collezionista ed esperto di fumetti carpigiano, Claudio Varetto.
Tutti hanno avuto un ruolo importante nel raccontare la “vita inventata” di Bonvi, incentrata “fra la via Emilia ed il West”, e lì vissuta: fra le strade emiliane, nebbiose e suggestive, sempre in cerca di una storia, di un’osteria, di una vicenda da narrare. Magari in tedeschese.

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