Si è conclusa la 28ª edizione del Parma Film Festival, che ha offerto anche quest’anno al pubblico una programmazione ricchissima e trasversale, con ospiti, anteprime ed incontri dedicate a cinefili incalliti, spettatori e affezionati e giovani curiosi e desiderosi di poter fruire di esperienze culturali e cinematografiche di altissima qualità. Sono stati proprio loro i veri protagonisti di questa edizione, riempiendo le location della manifestazione -a partire dai cinema Astra e D’Azeglio -non solo con la loro presenza ma anche con interventi, domande, interesse e reale partecipazione. Una carrellata di ospiti hanno raccontato con generosità le loro carriere straordinarie, dai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne a Marco Bellocchio, da Francesca Serafini e Giordano Meaccia Laura Muccino e Luciano Tovoli, e non sono mancate attese anteprime-realizzate grazie alla preziosa collaborazione con Lucky Red, Teodora, Bim, Movie Inspired, Officine Ubu, Mubi e Satine Film-di film come Giovani Madri dei Dardenne, Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch, I colori del tempo di Cédric Klapisch -vincitore del Premio del Pubblico 2025 – Sirat di Oliver Laxe,Divine Comedy di Ali Asgari, Monsieur Aznavour di Medhi Idir e Grand Corps Malade, La piccola Amélie di Liane-ChoHan Jin Kuang e Mailys Vallade e Il sentiero Azzurro di Gabriel Mascaro. Anche quest’anno largo spazio a premi e riconoscimenti. Il Premio Maurizio Schiaretti è stato consegnato dai nipoti Riccardo, Pietro, Giulia e Beatrice all’attore Filippo Scotti, già vincitore del premio Marcello Mastroianni alla Mostra di Venezia e del premio Guglielmo Biraghi ai Nastri d’Argento per la sua straordinaria interpretazione di Fabietto Schisa ne È stata la mano di Dio di Sorrentino. “Sono arrivato ai provini con Sorrentino con la consapevolezza di voler fare l’attore nella vita, e l’immagine più importante che custodisco di quell’esperienza sono le didascalie che scriveva sulla sceneggiatura. È una fortuna avere la possibilità di lavorare con grandi registi e in squadre così coese, fatte di persone che si conoscono da tanto tempo. ”Per l’occasione è stato proiettato anche il suo ultimo film, Le città di pianura di Francesco Sossai (Italia, 2025, 98’): “è un film che è stato amato sin da quando abbiamo iniziato a girarlo. Credo che sia influente l’atmosfera che le persone creano sul set. Francesco ci ha fatto lavorare sullo sradicare il nostro giudizio e i nostri demoni, perché quando attutisci questi rumori, favorisci l’ascolto dell’altro. ”Alla serie Blanca, invece,-una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle in collaborazione con Rai Fiction, diretta da Nicola Abbatangelo e scritta da Mario Ruggeri, Alessandro Sermoneta, Francesco Arlanch ed Elena Bucaccio-è stato assegnato il Premio Migliore Serie tv. A ritirarlo sono stati gli interpreti Maria Chiara Giannetta e Pierpaolo Spollon. “Blanca si aggiudica il premio come miglior serie italiana dell’anno per aver ridefinito l’immaginario del crime nostrano con un linguaggio nuovo, pop e d’autore insieme. Per aver costruito una protagonista radicalmente diversa, libera dagli stereotipi e capace di trasformare la fragilità in forza narrativa. E per aver dimostrato che la tv italiana può essere innovativa, emozionante e profondamente contemporanea”, si legge nelle motivazioni del premio. “Girando la serie ho dovuto fare i conti con i miei limiti-ha commentato Giannetta-e ho capito che non si è mai abbastanza inclusivi. Mi piace molto lavorare sui difetti dei personaggi, perché li rendono autentici e permettono al pubblico di empatizzare davvero”.Spollon è stato protagonista anche della presentazione del suo romanzo d’esordi o “Tutto non benissimo”. “Avevo urgenza di parlare di emozioni-ha raccontato l’autore-credo sia uno dei temi più importanti degli ultimi anni e per questo ho scritto questo libro. Tutto parte dalla lettura diun articolouniversitario che diceva che il 70% dei casi di depressione giovanile è causata dal fatto che i ragazzi nonsanno riconoscere le proprie emozioni.”Tra le presentazioni editorialidi questa edizioneanche “Arcipelago Sud” di Goffredo Fofi,“Lo sguardo attivo di Gianni Fiorito” di Armando Andra,“Pasolini e il cinema”di Gian Piero Brunetta e “Una storia scomoda” di Antonio Caiazza. Al giornalista e critico cinematografico Paolo Mereghetti invece,-intervenuto alla proiezione de Il Correggio ritrovato di Giuseppe Bertolucci-è stato assegnato il Premio Roberto Campari 2025,giunto alla quarta edizione e realizzato con il sostegno di Fondazione Monteparma e in collaborazione con Fondazione Bernardo Bertolucci. “La critica non sta attraversando un momento straordinario-ha raccontato Mereghetti durante l’evento-è stata un po’ messa da parte preferendo una macchina di auto-pubblicità e marketing. In questo modo si è indebolito il rapporto con il pubblico. Il mio compito è quello di convincere la gente ad andare al cinema, per questo a volte sono un po’ più buono di quanto vorrei nel giudizio. Film come Le città di pianura fanno pensare che il cinema italiano ha delle possibilità che dovremmo sfruttare un po’ di più. La situazione del cinema italiano va avanti un po’ a scossoni, avrebbe bisogno di un progetto un po’ più lungimirante di quello attuale. Non bisogna soltanto guardare agli incassi, ma piuttosto a come i prodotti di cultura, con la loro importanza, accrescono la nostra società. ”Rinnovata anche la collaborazione tra Parma Film Festival e Fondazione Anna Mattioli con la seconda edizione del Premio dedicato alla filantropa e imprenditrice parmigiana scomparsa nel 2022.Il concorso, rivolto a cortometraggi, documentari e opere audiovisive sul tema della cura dei bambini-in particolare quelli fragili per disabilità, deficit cognitivo o contesto sociale-ha visto in finale cinque opere. A trionfare-vincendo non solo il premio della giuria ma anche quello del pubblico-è stato il cortometraggio Burul di Adilet Karzhoev, (Kirghizistan, 2025, 14′), “per la sceneggiatura potente e la delicatezza di un tema molto importante, per la compiutezza dell’opera, per la potenza espressiva degli attori e della giovane protagonista in particolare, con cui è capace di dimostrare che si può credere nei propri sogni e realizzarli con l’aiuto e il sostegno necessari ad allenarsi per vincere, nello sport come nella vita, anche in contesti sociali non favorevoli alle bambine e i bambini di tutto il mondo”. Novità di questa edizione, infine, la rassegna Paesaggi in movimento: cinema d’Emilia-Romagna, che ha proposto al pubblico del Parma Film Festival opere realizzate da autori legati al territorio, tra cui L’oro del Reno di Lorenzo Pullega e T he Truth of Sendai City di Marco Bolognesi.

Ufficio stampa Parma Film Festival-Invenzioni dal Vero

Credit foto: Parma Film Festival – Invenzioni dal Vero

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