Regista, scrittore britannico, nato nel 1937 in Cecoslovacchia (ora, Repubblica Ceca) da dove, insieme alla famiglia, di origine ebraica, fugge con l’occupazione nazista del Paese, Tom Stoppard è uno dei più prolifici e noti drammaturghi del secondo Novecento.
Premio Oscar per la sceneggiatura di Shakespeare in Love (1998), diretto da John Madden, Tom Stoppard deve la sua fortuna a opere teatrali come Rosencrantz e Guildenstern sono morti (1967).
Opera che poi lo stesso Tom Stoppard adatta per il grande schermo, firmandone la regia nel 1990 (Leone d’oro alla Mostra veneziana). Ricordiamo le sceneggiature di film importanti, come Anna Karenina (2012) di Joe Wright e le sue collaborazioni alla stesura delle sceneggiature di Brazil di Terry Gilliam (1985) e degli spielberghiani, L’impero del sole e Indiana Jones e l’ultima crociata.
Come drammaturgo è autore di numerosi testi teatrali, come “I mostri sacri” (1974), “15 Minute-Hamlet” (1976) e, successivamente, di “Indian Ink” (1995) e “The Invention of Love” (1997).
Nel 1997 è nominato dalla regina Elisabetta II Knight Bachelor.
Con l’affacciarsi del nuovo secolo, Stoppard prosegue l’attività di drammaturgo, con la trilogia “The Coast of Utopia” (2002), con cui ottiene un nuovo e importante premio, il Tony Award, per la migliore opera teatrale.
Nel 2006 ottiene un altro successo sul palcoscenico con “Rock ‘n’ Roll“. Dopo aver composto nel 2015 la sua pièce The Hard Problem, nel 2020, con Leopoldstadt, firma un dramma sull’identità e la memoria ebraiche.



