Ambientato all’interno di un complesso scolastico tedesco, il film vede come protagonista l’insegnante di matematica, di origini polacche, Carla Nowak. La donna, che agli occhi dei colleghi appare come una sorta di paladina degli studenti iper-garantista, è convinta di poter risolvere una serie di furti che accadono, sempre più di frequente, all’interno dell’edificio scolastico. Ben presto, inconsapevolmente, il suo modo di agire innescherà una serie di conseguenze imprevedibili (azione/reazione).
Ed è proprio l’imprevedibilità uno dei punti di forza del film diretto dal regista tedesco İlker Çatak, in un crescendo di tensione e suspense (contribuisce anche il formato 4:3 in cui è girato) che accompagna, senza stancare, lo spettatore fino alla fine. Come divorare le pagine di un appassionante romanzo, pagina dopo pagina, con l’intreccio che spinge il lettore a cercare il capitolo successivo.
Quando il tarlo del sospetto diventa accusa infamante, i ruoli si ribaltano in un teatro dell’assurdo in cui l’accusatore diviene l’accusato. E il lavoro effettuato all’interno di un’intera classe si sbriciola come un castello di carte.
I ragazzi sono lo specchio dei genitori e il mondo degli adulti irrompe prepotentemente nelle dinamiche scolastiche (a loro volta microcosmo specchio della società). Così, dove all’apparenza vi era unità, ecco apparire all’improvviso un bersaglio: un alunno da denigrare (l’infame, lo straniero, il secchione) o un insegnante da ostracizzare (c’è qualcosa di sotteso nelle origini…). E i bambini che adulti diverranno? Di fronte a una scuola che va in pezzi, che ne sarà di loro… il nostro futuro?
Candidato agli Oscar 2024 come Miglior film internazionale. Vincitore di 5 German Film Awards. Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI.



